Ecco come vendere su Etsy senza Partita Iva

La Partita IVA su Etsy è un argomento fondamentale per avviare un business di successo. 
Ciao, io sono Michele Taverna, molti si chiedono se sia possibile utilizzare Etsy come un semplice sito di annunci, senza aprire la Partita IVA. Tuttavia, la risposta è chiara: se si vuole fare business su Etsy, è necessario aprire la Partita IVA, anche con poche vendite.
Non esistono limiti di fatturato o di numero di vendite al di sotto dei quali si possa evitare di aprire la Partita IVA. Anche con poche vendite, si è considerati un’attività imprenditoriale e si deve gestire il business in modo professionale.
Molti pensano che fino a 5.000 euro di fatturato annuo si possa considerare l’attività occasionale e quindi evitare di aprire la Partita IVA, ma questa affermazione è priva di fondamento. Ogni attività imprenditoriale deve avere la propria Partita IVA, indipendentemente dal fatturato, secondo le autorità fiscali italiane.
Etsy consente di aprire un negozio anche senza Partita IVA, ma solo per i venditori occasionali che utilizzano la piattaforma come un sito di annunci. Se si vuole avviare un vero e proprio business, è necessario aprire la Partita IVA e dichiarare i guadagni.
Aprire la Partita IVA comporta alcuni costi, come le tasse e le spese per il commercialista, ma questi costi sono un investimento per il futuro del business. Inoltre, la Partita IVA offre diversi vantaggi, come la possibilità di emettere fatture, di dedurre le spese e di avere maggiore credibilità verso i clienti.
In sintesi, per avviare un business professionale su Etsy è necessario aprire la Partita IVA. Gestire il business in modo serio e professionale è fondamentale per il successo dell’attività imprenditoriale. Sebbene possa sembrare complicato e costoso, l’apertura della Partita IVA rappresenta un passo cruciale verso il successo dell’attività.
Molte persone credono di poter vendere online senza aprire una partita IVA, ma questa pratica è illegale e può avere conseguenze negative per il business. Quando vendi online senza partita IVA, sei in svantaggio rispetto ai concorrenti regolari e se il tuo negozio viene bloccato, perdi la visibilità e la fidelizzazione dei clienti perchè Etsy ti attiva la modalità ”vacanza” dello store, cioè che non è più trovabile dai clienti.
Ecco perché è importante partire con una posizione fiscale aperta fin dall’inizio. L’apertura di una partita IVA può essere spaventosa, ma grazie alle opportunità offerte dal regime forfettario, aprire una partita IVA è un’opzione vantaggiosa per chi vuole iniziare un business online.
Il regime forfettario offre tasse agevolate per chi ha un fatturato annuo fino a 65.000 euro, e permette di pagare solo il 5% di tasse sul 40% del fatturato effettivo. Ad esempio, su un fatturato di 100.000 euro, si pagherebbe solo il 5% di tasse sulle vendite effettive.
Se hai un negozio online di prodotti digitali, è fondamentale essere a norma con le leggi fiscali. Vendere online senza partita IVA può metterti in una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti e, in caso di blocco del tuo negozio, perderai la visibilità acquisita.
Molti temono di aprire una partita IVA, ma grazie alle opportunità offerte dal regime forfettario, è vantaggioso per chi vuole iniziare un business online. Questo regime fiscale offre tasse agevolate per chi ha un fatturato annuo fino a 65.000 euro e consente di pagare una percentuale molto bassa di tasse sul fatturato effettivo.
È importante partire fin da subito con una posizione fiscale aperta, anche se si vendono solo prodotti digitali online. Anche se i costi di produzione di un prodotto digitale possono essere bassi, ci sono comunque spese da sostenere, come la pubblicità per promuovere il tuo negozio. Inoltre, il regime forfettario permette di gestire i costi in modo più efficiente, evitando di trovarsi impreparati quando si supera la soglia dei 65.000 euro di fatturato.
Se sei un lavoratore autonomo o un imprenditore, un’opzione interessante potrebbe essere quella di partire con un regime forfettario. In questo modo, potrai pagare una tassa fissa e non dover preoccuparti delle complesse normative fiscali. Inoltre, potrai accumulare dei soldi per spostarti in un altro paese, seguendo le regole del paese di destinazione.
Ci sono moltissime possibilità di trasferirsi all’estero, ma non entrerò nei dettagli in questo articolo. Tuttavia, ti posso consigliare paesi come l’Inghilterra, la Bulgaria, l’Ungheria, la Romania, le Canarie, Cipro e Malta, che offrono interessanti vantaggi fiscali per i residenti.
Il mio secondo consiglio è di mettere da parte dei soldi e di non spenderli. Crea un cuscinetto di almeno 20.000 euro destinato ad affrontare eventuali problemi o a valutare un trasferimento alla fine dell’anno. In questo modo, avrai già un budget accumulato e non ti ritroverai impreparato. Non aspettare di trovarsi nel bel mezzo del problema per fare le valutazioni necessarie, potresti essere costretto ad aprire o chiudere un’azienda o un’attività in modo improvviso.
Le valutazioni da fare saranno personali. Ti consiglio di immagazzinare i soldi e di investirli quando arriveranno i problemi, in modo da avere un capitale da poter utilizzare per aprire un’azienda, magari in un paradiso fiscale o in qualsiasi altro luogo tu preferisca.
Infine, se si ha già una partita IVA per un’altra attività, non c’è alcun problema nel comunicare al commercialista l’inizio di una nuova attività slegata da quella precedente. In questo caso, sarà necessario modificare il codice ATECO di riferimento, ma la partita IVA rimarrà la stessa.

Ecco dove entra in gioco la mia esperienza.

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Un abbraccio, Michele

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